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Vini dell’Etna: il sapore dei frutti del vulcano

La strada del vino che si inerpica sulle pendici scure della montagna più alta della Sicilia si colora di vigneti rigogliosi. Le loro uve danno valore alla produzione enologica siciliana, arricchendola di sapori unici.

Vini dell’Etna: il sapore dei frutti del vulcano

Imponente e maestoso, l’Etna domina l’isola della Sicilia con oltre 3300 metri di altitudine, confermandosi il vulcano attivo tra i più alti del mondo. Non di rado, fa sentire la sua presenza con eruzioni che negli anni hanno modificato la conformazione del paesaggio circostante, rendendo i suoi terreni fertili e rigogliosi di viti e altre piante autoctone.

vini dell’Etna sono il risultato di anni di sperimentazioni su uve dal sapore originale e insolito. Intimoriti e attratti dalla suggestività del vulcano, i siciliani si sono cimentati con coraggio nel tentativo di trarre ricchezza dalle sue terre fruttuose di sapori autentici e, nonostante l’imprevedibilità della sua natura, praticano la viticoltura con notevoli risultati.

I versanti scuri della montagna si colorano di vigneti di anno in anno più numerosi. Protagonisti delle coltivazioni sono i vitigni autoctoni, antichi e territoriali: il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio e il Carricante regalano rossi fini ed eleganti e bianchi sapidi e profumati.

Un terroir per ogni vigneto del vulcano

La particolarità del terroir etneo dona all’uva aromi caratteristici e strutturati, che si ripropongono nel calice accompagnati dall’immancabile mineralità che contraddistingue ogni sorso.

A differenza del resto della Sicilia, la temperatura in ‘montagna’ è più bassa di circa 15° a, d’estate e di inverno. Il clima più fresco è responsabile della pienezza e dell’eleganza dei vini dell’Etna e della loro rilevante capacità di invecchiamento. Il terreno in cui si diramano le radici delle viti è cosparso di lava che, colando a ogni eruzione, si sovrappone strato su strato e si estende fino a raffreddarsi: a ogni altitudine il terreno ha le sue proprietà e ogni vigna le sue caratteristiche.

Tre vitigni autoctoni e una denominazione Etna DOC

Protagonista della viticoltura etnea, e siciliana (è secondo al Nero d’Avola per diffusione sull’isola), è il Nerello Mascalese, vitigno autoctono e antico, originario della zona vulcanica. I suoi grappoli sono grandi, lunghi e piramidali; gli acini hanno una buccia forte e sottile di colore blu chiaro; la polpa è succosa e dolce. Le uve maturano tardivamente, tanto che la vendemmia di solito si esegue tra la terza decade di settembre e la prima di ottobre.

Il Nerello Mascalese non viene quasi mai vinificato in purezza, ma la sua componente nei vini Etna Rosso DOC è molto rilevante. Ne risulta un vino siciliano rosso il cui sapore dipende in gran parte dal versante vulcanico su cui crescono le viti, ma si contraddistingue sempre per l’elevata gradazione alcolica e l’ottima capacità di invecchiamento. Solitamente migliora per almeno otto anni, dopodiché matura piano piano acquisendo delicate note affumicate. Se vinificato in purezza assume un colore rosso rubino con riflessi granato, un profumo di frutta rossa e spezie accompagnato da sentori di tabacco e vaniglia e un sapore pieno, tannico, secco, armonico e persistente. Vinificato in purezza o no, si abbina con piacere a carni rosse, selvaggina e formaggi stagionati.

Come accennato, il Nerello Mascalese è la componente imprescindibile (80%) dei vini Etna Rosso DOC. La restante parte (20%) è composta da Nerello Cappuccio o Mantellato, altro protagonista della viticoltura etnea, seppur in misura minore per superficie vitata. Il nome deriva dalla forma della pianta (a cappuccio o a mantello). Il grappolo, invece, è corto e compatto con acini di media grandezza e una buccia di colore blu scuro. Il chicco ha un sapore dolce e leggermente tannico.

Anche in questo caso la maturazione è tardiva, avviene durante la seconda decade di ottobre. Solitamente vinificato in rosso insieme ad altre uve, è stato soggetto a sperimentazioni in purezza ben riuscite: prontezza di beva e medio invecchiamento sono i risultati. Dal punto di vista organolettico, i vini Nerello Cappuccio hanno un colore rosso rubino vivo von leggere sfumature viola, un profumo di frutta rossa e vaniglia, un sapore secco e armonico, leggermente tannico e acido al punto giusto, con buona persistenza. Come il fratello maggiore, predilige la compagnia a tavola di carni rosse e formaggi stagionati.

A completare l’offerta della produzione autoctona etnea è il Carricante, vitigno a bacca bianca anch’esso originario della zona. Nei grappoli di media lunghezza gli acini sono diradati e di dimensioni abbastanza contenute, con una buccia pruinosa tra il verde e il giallo e una polpa succosa e dolce. La vinificazione delle uve Carricante necessita di una fermentazione malolattica che smorzi la forte acidità dei frutti. Solitamente vinificate in purezza, sono la assoluta quintessenza dei vini Etna Bianco DOC contraddistinti da: colore giallo paglierino con riflessi verdi, profumo di frutta intenso e delicato, sapore secco, buona acidità e perfetta persistenza di aromi. Con tali caratteristiche, è il compagno prediletto delle pietanze a base di pesce.

La strada del vino sull'Etna e le tappe in cantina

Il fascino dell’Etna e attrae molti visitatori lungo le strade del vino che conducono alla vetta. Patrimonio Mondiale dell’Umanità, il paesaggio offre ricchezze naturali che convivono con la cultura enogastronomica. Antichi palmenti e vigneti colorano le terre nere testimoniando l’eroicità dei vignaioli siciliani che da secoli si adoperano con coraggio nella valorizzazione dei frutti del territorio.

La Strada del vino dell’Etna rivela vigneti a ogni curva, si addentra in borghi silenziosi e si affaccia su vedute mozzafiato e paesaggi dove a parlare è soprattutto la natura con i suoi odori, i suoi colori e i suoi frutti straordinari. Il resto della storia è narrato dai piccoli produttori che conoscono bene quella terra vulcanica, la amano e la temono. Impegnati nella viticoltura eroica, realizzano vini non paragonabili agli altri esemplari dell’isola.

Sul versante sud-est, nella contrada Milo, da quasi 300 anni la cantina Barone di Villagrande si insedia nel paesaggio aperto sul mare. Qui la brezza asciuga i grappoli che danno vita a etichette di notevole spessore: l’Etna Bianco DOC, l’Etna Rosso DOC e l’Etna Rosato DOC non mancano delle loro versioni superiori, per un’offerta che propone ogni sfumatura dell’autentico terroir vulcanico.

Più su, sul versante nord della contrada Castiglione di Sicilia, la cantina Cottanera valorizza i vitigni autoctoni che crescono tra la neve e il fuoco producendo vini apprezzati e conosciuti dai più: dal Barbazzale Bianco, vino di base che unisce il Catarratto al Viognier, all’Etna Bianco DOC di sole uve Carricante. Il corrispettivo in rosso, l’Etna Rosso DOC, è elegante e corposo: degno rappresentante della produzione della cantina. Etichetta tra le altre che merita menzione è la Diciassette Salme: un Nerello Mascalese Etna DOC che regala sensazioni di gusto meritevoli di esperienza. 

Tra le distese di sciare sorge Palmento Costanzo, con i suoi vigneti che si estendono tra i 600 e gli 800 metri di altitudine. Tutti i vini della cantina sono biologici e prodotti rispettando i cicli naturali e le usanze della tradizione vulcanica; l’esperienza e l’ingegno dei vignaioli aggiunge innovazione e coraggio. Sono questi gli ingredienti dei vini Palmento Costanzo, tutti espressione dell’Etna DOC: Nero di Sei e Bianco di Sei riflettono la varietà dei vitigni coltivati (Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio per il primo, Carricante e Catarratto per il secondo); Mofete Rosso, Mofete Bianco e Mofete Rosato sono prodotti con le stesse uve e definiscono la linea classica che prende il nome da una delle ultime manifestazioni dell’attività vulcanica. Una degustazione completa offre una conoscenza approfondita dei vini del vulcano.

Tanti altri sono i produttori, siciliani e non, che hanno deciso di sperimentare la viticoltura eroica sull’Etna: l’affascinante terroir, i sapori originali e quel tanto che c’è di ancora inesplorato continuerà ad alimentare una produzione di valore che rende la Sicilia una delle regioni più importanti nel panorama enologico italiano e internazionale.

Un modo alternativo di addentrarsi nelle strade del vino dell’Etna, tra paesaggi suggestivi e sciare vulcaniche, è gustare i sapori magistralmente racchiusi in un buon calice di vino.

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